Fish & Chips!!

Fish & Chips!!

fish&chips

Il fish and chips è indubbiamente il piatto tipico dell’Inghilterra più famoso al mondo e tra i più buoni della cucina inglese! Andare in un qualunque pub londinese ed ordinare un piatto di fish and chips è una delle tre cose da fare assolutamente a Londra! Senza prendere l’aereo potete creare questo piatto delizioso direttamente a casa vostra!

Ingredienti:
– 500 gr di filetti di merluzzo fresco
– 500 gr di patata gialle
– 100 gr di farina bianca
– 1 bicchiere di acqua frizzante
– 1 tuorlo
– mezzo cucchiaino di lievito in polvere
– olio di semi
– un cucchiaio di aceto

Preparazione:
Lavate e pulite bene il merluzzo, tagliatelo a filetti e asciugateli con moltissima cura usando la carta da cucina: pelate le patate e tagliatele a spicchi e lasciatele asciugare stendendole su un panno di cotone.
In una ciotola mescolate la farina setacciata con un pizzico di sale: in una seconda ciotola mescolate il lievito in polvere (naturalmente quello per preparati salati come la pizza) con un cucchiaio di aceto: mescolate e versate il composto, insieme al’acqua e al tuorlo d’uovo mescolando con una frusta.

Se il composto dovesse risultare troppo denso aggiungete un cucchiaio di acqua frizzante. Cominciate quindi a friggere le patate in abbondante olio di semi: scolatele e tenetele al caldo in forno.

Immergete quindi i pezzi di merluzzo nella pastella: estraeteli dalla pastella aiutandovi con due forchette e immergetelo subito nell’olio bollente.Facendo attenzione agli schizzi di olio bollente, lasciate cucinare il pesce per circa 3-4 minuti, girandolo a metà cottura per far dorare correttamente ogni parte del merluzzo.

Estraetelo quindi dall’olio e fatelo scolare e asciugate l’eccesso di olio con la carta assorbente da cucina.

Naturalmente se non volete o non avete tempo di farlo a casa vi semplifichiamo la vita e vi proponiamo la nostra versione….

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Noi viaggiamo a KM 0

km 0

WIKIPEDIA: Il chilometro zero (anche chilometro utile, km zero o km 0) in economia è un tipo di commercio nel quale i prodotti vengono commercializzati e venduti nella stessa zona di produzione.

La locuzione a chilometro zero identifica una politica economica che

predilige l’alimento locale garantito nella sua genuinità, in contrapposizione all’alimento globale spesso di origine non adeguatamente certificata, e soprattutto risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in termini anche di inquinamento. Spesso viene garantita anche l’assenza di organismi geneticamente modificati.

Ormai sentiamo continuamente parlare di KM 0 ma sapete davvero quali sono i reali vantaggi nel ricercare prodotti a , diciamo, distanza ravvicinata?

1. L’idea di fondo, in sostanza, è quella di ridurre l’impatto ambientale che il trasporto di un prodotto comporta, in particolare l’emissione di anidride carbonica che va ad incrementare il livello d’inquinamento.

2. Garantire la qualità e la freschezza del prodotto riducendo il numero di passaggi tra produttore e consumatore finale.

3. Promuovere il patrimonio agroalimentare regionale, sostenendo le piccole imprese e le produzioni locali che garantiscono la tipicità dei prodotti di ogni singolo territorio.

A favore di questo concetto nella nostra città, sempre all’avanguardia dal punto di vista dell’attenzione all’alimentazione, sono nate diverse realtà che sostengono il km 0.

Dalle consegne a domicilio in bicicletta come quelle de “LA SAJETTA” a “IO MANGIO LOCALE“, un’associazione che promuove la filiera corta e il consumo di prodotti locali, naturali e di stagione, sostenendo l’economia dei piccoli produttori del territorio.

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Anche la Provincia promuove la spesa a km 0 grazie alla creazione di un portale, AGRIPARMA, che offre una mappatura delle aziende di Parma suddivise per tipologia di azienda e/o prodotto.

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Per non parlare dei mercati dei produttori agricoli locali che si svolgono settimanalmente in città (come quello di piazzale Imbriani del sabato).

In ultimo è vero che con i prodotti km 0 si ha un risparmio dovuto alla “filiera corta” ma è anche vero che spesso le piccole realtà devono sostenere dei costi maggiori perchè sono appunto piccole e perchè spesso si associano al concetto di biologico che vuol dire maggiore selezione e controlli, cioè maggiori costi.

E se “you are what you eat” allora forse è meglio sapere bene cosa/come finisce sulle nostre tavole….

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Parma street view

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Assolutamente da non perdere l’appuntamento con la prima edizione di “Parma Street View“, un festival di Street Art e Urban Art volto alla riqualificazione artistica di alcuni spazi della città.
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Nelle giornate del 19-20-21 settembre Parma Street View vedrà all’opera una decina di street artist riconosciuti sulla scena artistica italiana e di giovani artisti attivi nel territorio di Parma che parteciperanno assieme, ognuno con le proprie specificità tecniche e stilistiche alla realizzazione di un murales collettivo dedicato al tema delle barricate del 1922.
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Per l’occasione la cummunity instagram dell’IG_PARMA lancerà il contest PARMA STREET VIEW che premierà il vincitore della foto più bella della manifestazione pubblicata con gli hastag #psvcontest e #ig_parma

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The king pig supreme!

Sempre per garantire la qualità dei prodotti che vi proponiamo, questa volta siamo finiti presso l’Azienda Agricola San Paolo di Aldo Brianti, sulle colline medesanesi di S. Lucia.
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In questa struttura è proprio il caso di di dire che regna il Suino Nero di Parma dove viene allevato allo

stato brado con cereali e legumi coltivati in loco e macinati direttamente dal molino attiguo alle

stalle.
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L’azienda fa parte del Consorzio del Suino nero di Parma che si impegna alla reintroduzione della razza di suino antico nelle zone dell’Appennino Parmense con metodologie di allevamento a basso impatto ambientale.
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Da novembre 2009 all‘interno delle mura aziendali le carni vengono lavorate – e stagionate per quanto riguarda quelle di Suino Nero di Parma – nel nuovo Laboratorio e offerte alla vendita nell’adiacente Dispensa di Brianti.

Le carni sono disponibili per la vendita anche presso la Macelleria Brianti e presso il Mercato degli Agricoltori di Parma.
E’ inoltre attivo il nuovo laboratorio per la lavorazione di carne avicola.
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Dati essenziali:
Indirizzo: Strada per Sant’Andrea 83 – Santa Lucia 43014 Medesano
tel. 0525 59150 333 3967895
fax: 0525 2258
e-mail: lucabrianti@virgilio.it
Responsabile Aziendale: Brianti Luca

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Anciue et bagnet verd [Acciughe al verde]

Visto il successo dell’hamburger del mese di settembre: “L’estate sta finendo” abbiamo deciso di svelarvi il segreto della ricetta delle acciughe al verde….

Questa è una ricetta piemontese che fa di un piatto umile senza possibilità di sofisticazioni, uno dei pezzi forti della tradizione culinaria italiana.

acciughe al verde
L’origine è antica, un tempo in fatti erano frequenti gli scambi di oggetti e cibi tipici con le vicine popolazioni liguri da cui i piemontesi ricevevano in cambio appunto le acciughe sotto sale, capaci di durare per lungo tempo se ben custodite, il sale e l’olio d’oliva.
Avendo poi a disposizione questi preziosi ingredienti le massaie si 1Z0-597 sbizzarrirono e non ci misero molto a creare un antipasto davvero fenomenale che proprio non poteva mancare nelle “piole” (trattorie di un tempo). O nelle tipiche “merende sinoire” che altro non sono se non aperitivi locali capaci tal volta
250-371 di sostituire totalmente la cena.

Ma bando alle ciance… ecco svelato il segreto…

Ingredienti: (per 6 persone)

2 etti di acciughe sotto sale
1 mazzo di prezzemolo
1 spicchio d’aglio
1 peperoncino piccante (facoltativo)
1 bicchiere di olio di oliva
Un cucchiaio di aceto
la mollica di un piccolo panino

Procedimento:

Dividere in filetti le acciughe avendo cura di togliere la lisca, pulirle del sale passandole velocemente, una per una, in una bacinella con acqua e aceto, quindi asciugarle bene. Pulire il prezzemolo, eliminare e gambi e tenere solo le foglioline. Aprire o spicchio d’aglio, togliere “l’anima” (cioè il germoglio centrale, che lascia l’odore più persistente).
Fare un trito finissimo con il prezzemolo e l’aglio, aggiungere l’olio d’oliva, la mollica di pane intrisa nell’aceto e far amalgamare il tutto fino ad ottenere una specie di crema.
Aggiungere il peperoncino (lasciato intero).
Disporre le acciughe in un contenitore o in un piatto fondo e

versarvi il bagnetto verde, facendo attenzione che ne siano interamente ricoperte.

bagnetto verde

E se ve lo siete perso ecco “L’estate sta finendo” con: pane ai cereali, hamburger di salmone, acciughe al verde, sedano e maionese…

l'estate sta finendo